Leggende di Phaedra, un libro di Fabio Guerrini
Il 10 ottobre 2018 è un giorno che ricorderò sempre, in un certo senso è stato il giorno della mia rinascita.
L’ultimo giorno di ottobre dell’anno prima, giacevo su un tavolo operatorio, in attesa di sottopormi al primo di una serie di quattro interventi chirurgici. Ignaro non sapevo ancora che ciascuno di essi sarebbe stato più difficile e doloroso del precedente. Dopo un intero anno speso tra ospedale e convalescenza posso finalmente dire che mi sento guarito.
Una vita vissuta continuamente di corsa, trascurando me stesso, le persone e le cose che amo. Non avevo tempo per prendermi cura della mia salute; non avevo tempo per completare la storia che volevo scrivere.
La malattia mi impose di rallentare il ritmo. Un piccolo letale batterio mi obbligò a ripensare a come stavo vivendo. Nella sofferenza di una vita da malato ho trovato la forza per ritornare a scrivere e completare il mio romanzo. Leggende di Phaedra ha contribuito a curarmi, distraendomi da quanto stavo passando e impegnandomi a fondo. Perché scrivere è bello e meravigliosamente difficile, un lavoro fantastico che richiede tempo e dedizione.
Il 10 ottobre 2018 ho finalmente pubblicato Leggende di Phaedra. L’ho mostrato ad amici e parenti come si fa con un neonato a cui si vuole bene. A poco a poco scoprirà il mondo e si dovrà confrontare con esso. Alcuni lo ameranno, altri lo odieranno. Riceverà severe critiche e forse alcune amorevoli carezze. Crescerà e viaggerà per il globo, o magari sarà ignorato e dimenticato da tutti e costretto a starsene a casa col suo papà. Ciò che importa è che egli ora è al mondo e questo per me è molto importante.”
Questo è Fabio Guerrini, scrittore talentuoso e che ha molto da dire appunto, e da scrivere. Quel suo piccolo Leggende di Phaedra , primo capitolo di una epica quadrilogia, ora viene ristampato (ed arricchito da appendici molto esaustive ed una lista di tutti i personaggi della storia) da Brè Edizioni , nella speranza possa arrivare a più appassionati di fantasy e di “buona lettura” possibili. Perché qui le emozioni non sono recitate o simulate, è tutto vero e vibrante. Fantasticamente Reale.
Ecco quindi a voi, questa piacevole conversazione tra il vostro umile scribacchino e Fabio, in cui abbiamo cercato di toccare e capire, per quello che rimane un grande messaggio per il futuro: La Fantasia ci può salvare, una volta ancora!
Dietro ad ogni persona che sente il bisogno di raccontare storie c’è una storia personale, quale è la tua?
Fabio: Mi è sempre piaciuto scrivere, ma non ho mai pubblicizzato questo con i miei amici o conoscenti. Le prime cose le ho scritte quando avevo 12 o 13 anni, piccoli racconti o altri frammenti per fare esperienza e sperimentare. Poi sono passati gli anni e mi sono appassionato di fantasy, durante gli anni dell’università, e mi è venuta voglia di fare qualcosa di più serio.
Poi, con i miei amici (Marco, Ciro, Paolo) creammo il mondo di Phaedra, e cominciai a scrivere qualche capitolo ambientato in quel mondo. Poi sai, tra l’università e la vita reale, ho accantonato tutto per diversi anni, al massimo riuscivo a scrivere una o due pagine al mese. Fino al famoso 2017, dove mi trovai bloccato da una malattia per oltre un anno, e lì o impazzivo oppure mi trovavo qualcosa da fare. Invece di perdere tempo ho pensato di rimettermi sul vecchio materiale e nel giro di pochi mesi ho finito il primo libro ed ho fatto la revisione. Alla fine, ci ho messo più di 18 anni!
Phaedra quindi era una sorta di progetto collettivo, a cui diverse persone hanno dato il loro contributo…
Fabio: si, nel 2002 abbiamo creato un concetto, un contenitore vuoto dove ambientare le nostre avventure. Eravamo stufi di prendere altri giochi o modelli che magari ci soddisfacevano solo in parte, ed allora ci siamo fatti il nostro! Fin dal principio non nacque una sola Phaedra ma ben quattro, tutte con qualcosa in comune tra loro, ma anche spiccate diversità. C’era un ambiente comune dove abbiamo organizzato campagne di gioco di ruolo ed altro, ma poi ovviamente c’era la propria personalizzazione del mondo. Infatti, nel libro c’è la mia Phaedra e la mia visione di quel mondo; non ho utilizzato materiale condiviso, ma come un incrocio di universi paralleli. Quindi la vedo come qualcosa di unitario e collettivo, ma anche di profondamente soggettivo.
Ognuno di voi quattro però all’epoca creò alcuni elementi ambientativi del mondo di Phaedra, è corretto?
Fabio: Si, è vero, io mi dedicai soprattutto nel caratterizzare i vari popoli, nello specifico soprattutto per gli ergon, che come si evince dal primo libro, hanno una rilevanza particolare per me. Comunque le contaminazioni erano tante, ci sono delle citazioni che noi quattro possiamo notare, ma sono molto velate. A livello di nozioni storiche di quel mondo e della magia, per esempio, io ho pensato a mie versioni ovviamente differenti da quelle create dagli altri, ed ho un po’ personalizzato il tutto. La Phaedra originale in più, era più classica, c’erano sia i nani che gli elfi, ma io ho deciso che nel 2020 c’è spazio per cultura, storia e tradizioni di popoli nuovi e più originali.
Da dove arrivano quindi le tue ispirazioni per questa tua opera e su cosa vuoi puntare? Una storia originale, personaggi che spiccano?
La mia Phaedra ha tante ispirazioni, e tratto soprattutto tre punti su cui penso sia necessario dire qualcosa: Ambientazione, personaggi e trame sono decisivi per poter fare qualcosa di valido. Nel fantasy poi la prima è particolarmente importante, perché non puoi basarti su qualcosa di reale o esistente, e questo per me è un vantaggio, perché non ti fa mai dare nulla per scontato.
Se io ti cito Roma, ognuno ha la sua versione ma è reale e tangibile. Se ti cito Donekarth (uno dei luoghi del libro), non esiste, è pura invenzione. Ha delle influenze, forse Minas Tirith dal punto di vista architettonico (del film), ma quando te la descrivo, devo essere bravo a darti la giusta immagine di una cosa che per te è completamente nuova. Per questo il fantasy da scrivere è eccitante e può darti grandi possibilità e stimoli.
I personaggi invece sono il cuore delle storie, una storia non può essere definita valida se non contiene protagonisti e comprimari validi; a me appassiona creare personaggi dal nulla ed è una cosa che mi fa muovere il cuore, nel senso che alcuni diventano quasi miei amici e compagni di avventura, quasi se ci potesse andare a bere una birra insieme la sera!
Le trame invece sono la parte più difficile, perché creare intrecci interessanti è veramente impegnativo. Il più grosso passaggio che ho percepito è stato dallo scrivere per te a farlo per gli altri e per presentare qualcosa che sia degno di essere letto e pubblicato.
Leggende di Phaedra però è solo il primo capitolo di una storia ben più lunga e complessa. Sappiamo tutti che nel fantasy è abbastanza frequente questo tipo di scrittura, suddivisa in più libri, che generalmente possiamo chiamare “Saga”. Pensiamo ai tre Libri del Signore Degli Anelli, per fare un esempio eclatante. Come si strutturerà la tua Saga e quali sono i tuoi obiettivi?
Quando inizi a scrivere fantasy lo capisci, perché se crei una ambientazione tua ed originale, ti vengono in mente tante di quelle idee da sviluppare e scrivere, che concentrarle in un solo libro sarebbe impossibile. Leggende di Phaedra, per come io l’ho concepita, nasce su quattro grossi blocchi, e per questo sarà costituita da quattro libri. Il primo libro getta le fondamenta sul mondo di Phaedra, con il secondo vado a costruire la struttura sia del mondo che della storia. Una prima importante parte della storia si chiuderà con il terzo libro, mentre il quarto completerà la storia ma avrà un taglio un po’ diverso, e qui non posso dire altro, per ora!
Inoltre, per anticipare qualcosa, tu non crei una storia lineare, con uno o pochi protagonisti e pochi ambienti che prendono vita, ma racconti una vera a propria epopea collettiva, con una lunga serie di personaggi importanti, e diverse situazioni narrative anche geograficamente molto lontane tra loro. Cosa puoi dirmi di questi elementi e della storia più nei particolari?
È vero, da subito racconto di tanti luoghi diversi e molti personaggi, ed anche la scansione del tempo, nel primo libro, non è lineare. Ci sono stacchi di diversi anni, soprattutto all’inizio, e poi la narrazione si fa un po’ più cadenzata e ravvicinata. Ci sono diverse trame che si intrecciano, più punti di vista descritti, ed una storia che vuole avere un ampio respiro. Parlando della trama, qui mi è stato consigliato di dire il meno possibile, per non svelare certi segreti, perché sono un chiacchierone!
La storia che racconto è vista da tre punti e mezzo di vista differenti, almeno nel primo libro. La narrazione inizia in un momento preciso, dove vi è un allineamento tra le due lune di Phaedra, un evento storico che porterà grandi conseguenze ed avrà un impatto su certi personaggi. Il mondo in realtà è simile alla terra, e questo ha anche un senso (che però non posso raccontare adesso!), l’unica vera differenza è rappresentata dalla presenza di due lune, che appunto entrano in congiunzione. Da lì partiranno una serie di eventi che coinvolgeranno questi personaggi, una sorta di marchio o destino che li influenzerà durante il loro cammino. Alcuni di loro nascono in quel particolare momento, fino a quando le trame si intrecciano e questi protagonisti si incontreranno e dovranno scontarsi contro un evento epocale che coinvolge tutto il mondo conosciuto. E per ora mi fermo qui!
Aggiungo inoltre, che fin dal primo libro, costruisci la figura di un antagonista, una sorta di “cattivo” che rimane per ora misterioso ed inquietante, e non si capisce bene come evolverà e che impatto avrà sugli altri personaggi del mondo di Phaedra.
Certo, come in una saga Fantasy che si rispetti, abbiamo un antagonista, che ho deciso di trattare come gli altri protagonisti, e di far vedere il suo punto di vista chiaramente. Nel primo libro sarà soltanto introdotto, per quello ti ho parlato di tre punti di vista e mezzo. Il suo “mezzo”, nel secondo libro diventerà ovviamente un protagonista più compiuto, esattamente come gli altri personaggi, e quindi avremo quattro storie principali che si intrecceranno costantemente. Il cattivo non rimane una macchietta in sottofondo, ma lo conosceremo, pian piano, in tutte le sue sfumature.
La sensazione finale, dopo la lettura di “Leggende Di Phaedra”, è che tu sia riuscito ad essere sia classico che innovativo, infatti non lesini in tocchi moderni, e se parlassimo di musica potremmo definire quasi “dissonanti”. Parlo soprattutto di una manciata di piccoli capitoli presenti nel libro, che non hanno una precisa connotazione temporale e che appaiono assai particolari e decisamente spiazzanti.
Diciamo, che se un lettore volesse, potrebbe anche leggere il libro saltando quei capitoletti, che però fanno capire che c’è “qualcosa di più”, oltre a quello che viene raccontato e rappresentato. Il mio intento è quello di portare avanti, attraverso quei capitoli, una storia alternativa che potrà dare indizi interessanti su come si evolverà la trama principale. È certamente un elemento di innovazione, e vuole mantenere sveglio e attivo chi sta leggendo.
Per modernità intendo anche che la tua storia, seppur ambientata in un mondo di fantasia, si rispecchia certamente nei nostri travagliati tempi di oggi e ci si collega, anche se in modo personale ed originale, almeno si percepisce questa tua intenzione, non credi?
Certo, non posso estraniarmi dal mondo in cui vivo, ci sono messaggi e riferimenti, vi è una storia di fondo molto attuale, ma verrà sviluppata e scoperta con i prossimi libri. Phaedra però alla fine, è e sarà un inno alla fantasia, un invito a ritrovare quella voglia di raccontare che il mondo di oggi sta dimenticando. Non è vero poi che tutto quello che sia storico e “provato” sia valido, e che invece il Fantasy sia solo una storiella senza impegno e profondità. Infatti, all’interno della mia opera ci sono diversi elementi storici, probabilmente ben di più che nella media dei romanzi di questo stile, ma non credo nelle generalizzazioni. Una storia è valida se ti emoziona, se empatizzi con i personaggi, e poco conta che quello che leggi sia storico o realistico. Pensa a film come L’Ultimo Samurai oppure il Gladiatore, che hanno una carica emotiva straordinaria, e non importa che abbiano elementi non storici o reinventati. Il problema è di tipo culturale, e su questo voglio giocare, e Phaedra è certamente un’opera di fantasia, ma vuole anche coinvolgere ed emozionare in modo credibile e intenso.
Come sai, oggi è abbastanza usata, sia nel mondo dei romanzi, che nei film e nelle serie TV, la tecnica di accumulare continui colpi di scena, a volte assolutamente insensati, semplicemente per tenere desta l’attenzione dello spettatore, oppure usare il meccanismo della morte dei personaggi come esperiente narrativo crudele, quasi meccanico. Come vedi tu questi due elementi e come li utilizzi nelle tue storie?
I colpi di scena anche a me spesso sembrano quasi meccanici e provocati, purtroppo oggi emozionare è diventato sempre più difficile. Con un dosato colpo di scena può certamente attirare l’attenzione del tuo lettore, ma per me il coinvolgimento avviene quando tu stesso empatizzi con la scena oppure con il personaggio, vedi con i suoi occhi, esulti o soffri con lui, ti preoccupi se corre pericoli. Questo è il mio obiettivo.
Riguardo la morte dei personaggi, gestirle bene è veramente molto difficile. Da lettore hai una percezione che logicamente cambia quando cominci a scrivere le tue storie. Per me ha poco senso liquidare in poche righe un personaggio quando magari ci ha dedicato fatica e pagine per farlo amare e comprendere da chi legge, ma è ovvio che per certi scrittori di oggi, questo stile sia diventato quasi un marchio di fabbrica, e che possa anche piacere. Se decidi di sacrificare un personaggio o che la storia abbia bisogno della sua dipartita, può certamente diventare una buona occasione per creare pathos e di rielaborazione del lutto insieme al tuo lettore, ma deve essere fatto con cura e sensibilità.
A volte però ci vuole del coraggio per favorire la storia al singolo personaggio, ed anche se sai che molti lettori ne saranno delusi, dare una giusta conclusione al tuo protagonista. Ti dico la verità, mi è capitato di scrivere alcune pagine con le lacrime agli occhi, perché tu stesso vorresti salvare quel personaggio, ma la credibilità della storia ha bisogno di quel sacrificio. A volte è molto doloroso ma assolutamente necessario.
Da dove prendi ispirazioni per creare i tuoi personaggi?
Raramente prendo ispirazione diretta dalle persone reali, perché potrebbe ridursi ad una banalizzazione del vero individuo, per quanto riguarda i personaggi principali. Prendo ispirazione da me stesso, da alcuni lati del mio carattere e dalle mie esperienze passate, più che altro. Invece, parlando di personaggi secondari, in effetti ci sono alcuni riferimenti molto precisi a persone vere, ma non dirò mai, nemmeno sotto tortura, di chi sto parlando!
Ecco una domanda d’istinto, che vuole una risposta di cuore. Quali sono secondo te, le tre prime emozioni che fuoriescono dalla lettura di Leggende di Phaedra?
La prima che mi viene in mente è il senso di sopraffazione, perché ci sono diversi personaggi che vivono un contesto sociale molto difficile e complesso, come se il destino ti si accanisse continuamente contro. La seconda è l’amicizia, mi è stato detto da chi ha letto il romanzo e non era voluta in modo così prepotente, che potrei definire anche come quanto forti possano diventare certi legami, che evolvono durante la nostra storia. Mentre la terza è il dilemma del destino, se il nostro futuro è già scritto oppure può essere modificato. Nella mia visione del mondo reale, a parte alcuni macroeventi che non possono dipendere da noi, su alcuni aspetti quotidiani della nostra vita abbiamo il dovere ed il diritto di poter scegliere ed agire. Questa possibilità mi dà la voglia di continuare a vivere giorno dopo giorno.
Negli anni sei stato giocatore di ruolo da tavolo che anche dal vivo, quindi ti chiedo se oggi ti senti ancora in quel modo, oppure ora prevale in te il desiderio di raccontare una storia, e farla vivere in prima persona agli altri.
Come hai detto tu, ho vissuto con i miei occhi momenti indimenticabili, come la mia prima battaglia campale dal vivo, ed anche se era una simulazione l’ho vissuta come se fosse reale ed ancora oggi mi emoziono a pensarci. Dopo tante esperienze diverse e soddisfacenti, oggi ho il desiderio di far vivere agli altri quelle emozioni, grazie al dono della scrittura.
In un mondo sempre più confuso e spiazzante, su cosa possiamo contare per non impazzire definitivamente?
A cosa possiamo aggrapparci? Le persone vedono e percepiscono il mondo intorno a loro che crolla, ed in parte è così. Molti individui sono talmente attaccati alle certezze del passato, che non riescono a capire ed accettare che tutto sta cambiando, e con grande velocità. Siamo intrappolati dalle convenzioni create da noi stessi, e non riusciamo più a pensare fuori dagli schemi. Non usiamo più la fantasia per svoltare come specie e fare la differenza. A questo dobbiamo tornare, senza timori e paure. La fantasia potrà salvarci, e questo è il senso anche del mio mestiere di scrittore.
Ecco una domanda in apparenza frivola: Se dovessi scegliere soltanto un disco, un libro ed un gioco di ruolo, cosa mi risponderesti?
Allora, per la musica direi Tony Iommi direttamente, non potrei scegliere una sola canzone o disco nella produzione dei Black Sabbath , allora mi prendo tutto! Per quanto riguarda il libro, se ne posso scegliere solo uno vado sul Signore Degli Anelli, perché c’è sicuramente molto da leggere, ed in ogni rilettura scopro sempre qualcosa di nuovo e diverso. È un’opera dalla longevità pressoché eterna e molto più sofisticata di quanto possa sembrare. Se invece mi chiedessi di scegliere un gioco di ruolo, direi Fallout 2, pur molto vecchio, ancora oggi ti permette di creare un personaggio esattamente come lo vuoi tu, cosa che i giochi di oggi si sognano.
E infine, quali sono ora i tuoi progetti per il futuro?
Come sai, il secondo libro della saga è in fase di revisione, e dovremmo pubblicarlo per la Bré Edizioni all’inizio del 2021. Ho iniziato ad abbozzare la scrittura del terzo capitolo, avendo bene in mentre sia come iniziare che come concludere, mentre il resto arriverà durante il percorso di creazione, come faccio sempre. Posso dirti che, alla fine del quarto, non mi occuperò più di Fantasy per un bel po’. Spero che Leggende di Phaedra abbia successo, ma non ho intenzione di aggiungere altri pezzi del puzzle soltanto per motivi commerciali. Vorrei dare il giusto tempo alla mia storia di poter crescere e sedimentare nella mente dei lettori. Penso che poi potrei dedicarmi al genere fantascientifico, che ritengo oggi possa darmi grossi spunti creativi, soprattutto legati all’attualità contemporanea. Ultima cosa, c’è un piccolo progetto embrionale su cui vorrei dedicarmi, anche su suggerimento di alcuni lettori di mia fiducia; parlo di un libro di ricette culinarie basate sul mondo di Phaedra, dato che quel lato ha un bel po’ di spazio nel libro, ed io stesso ho sempre amato cucinare per me stesso e per i miei amici.